Le attività finanziarie sono diventate nel corso degli anni sempre più importanti per una società: per questo motivo non sono più sufficienti le sole competenze contabili.
Ogni azienda è quotidianamente alle prese con attività economico-finanziarie e con attività amministrative-contabili. Nelle piccole e medie imprese, soprattutto, c’è la forte tendenza di delegare molte problematiche finanziarie-societarie al dipartimento amministrativo.
Fino a qualche anno fa, il successo di un’azienda era affidato alle funzioni produzione e vendite, mentre la funzione amministrativa era vista solamente “a supporto”, il più delle volte chiamata a presidiare gli adempimenti previsti dalle leggi vigenti e gli obblighi di pubblicità contemplati dal codice civile.
In questo scenario, l’accesso ai mercati finanziari, quasi esclusivamente bancari, era fortemente condizionato dal merito creditizio dell’imprenditore, il più delle volte chiamato a fornire garanzie personali per agevolare questo finanziamento. Tutto ciò ha consentito il diffondersi di una nuova sensibilità, in particolare verso i meccanismi di generazione della liquidità in seno alle attività aziendali e verso i temi dell’equilibrio finanziario dell’impresa.
Differenze tra contabilità e finanza
In questo scenario economico finanziario è diventato fondamentale distinguere bene i compiti amministrativi da quelli finanziari.
Tradizionalmente il contabile è più orientato ad applicare il principio true and fair view, ossia una rappresentazione veritiera e corretta dell’azienda, meglio se in un rapporto prodotto nel minor tempo possibile.
Invece, il ruolo del responsabile della finanza richiede di consolidare le qualità in suo possesso per fornire un supporto strategico agli amministratori e al top management. Siamo di fronte a uno specialista che deve essere in grado di monitorare parametri vitali quali, ad esempio, la liquidità, l’equilibrio tra mezzi propri e mezzi di terzi e la creazione del valore.
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Un’altra differenza si cogliere nel fatto che la contabilità è lo strumento di rappresentazione dei fatti aziendali che serve, in primis, per rispondere ad adempimenti di legge (bilanci, dichiarazioni, obblighi di pubblicità, ecc.), e segue schemi consolidati e ben conosciuti da tempo.
Possiamo considerare invece l’attività finanziaria come un modo di operare in continua evoluzione, pertanto richiede un aggiornamento costante degli strumenti e delle tecniche disponibili.
La contabilità è, per sua natura reattiva, e deve necessariamente ragionare in una fase di controllo a posteriori, mentre la finanza è proattiva e deve porsi in una prospettiva anticipatrice degli eventi.
Manager contabile e manager finanziario: le skills
Il contabile è una persona tradizionalmente orientata a studiare il business aziendale interno, attraverso un’attività di reportistica e di compliance, tutto nel rispetto del concetto di “partita doppia”, rimasto praticamente immutato dalla sua invenzione, nel 1494, da parte del frate Luca Pacioli.
Al contrario, il manager finanziario deve svolgere un’attività che richiede ottime doti di comunicazione, relazionali, analisi e visione strategica, per potersi relazionare ogni giorno con tutti gli stakeholders tutte skills ben lontane da quelle dell’ufficio contabilità.
Infine, non bisogna dimenticare che alcune attività finanziarie sono poste in essere anche per accrescere il valore in possesso degli azionisti. Si può allora pensare a una piramide dove, dalla base al vertice, possiamo ordinare e collocare tutte quelle attività dell’area finanziaria a partire dalla voce con più bassa redditività: la contabilità; la tesoreria e i rapporti con le banche; il working capital management; il controllo di gestione; la pianificazione finanziaria; le operazioni di Merger & Acquisition; le operazione nei mercati regolamentati.
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