“Se alla fine degli anni Novanta gli studenti di economia leggevano nei caffè “The art of war” – un vecchio trattato di strategia militare attribuito al generale cinese Sun Tzu – oggi è più probabile che leggano i libri sulla mindfulness di J.Kabat-Zinn, M.Williams o J. Teasdate. La mindfulness applicata al mondo della finanza è stata per molto tempo associata a E.J.Langer, docente di psicologia ad Harvard, che l’ha definita “il processo di osservare attivamente nuove cose”. Sempre più spesso, le idee MBCT di Kabat-Zinn e Williams e Teasdate vengono utilizzate nella formazione alla leadership. Un importante concetto per i migliori dirigenti aziendali è la rigenerazione: l’uso della presenza mentale per ricaricarsi, riparando i danni prodotti dallo stress da leadership.”

(cit. Mindfulness in pratica – a cura di Ken A.Verni – Demetra Ed.)

 

MINDFULNESS: COS’E’?

Con il termine MINDFULNESS ci si riferisce ad un atteggiamento, ad un modo di porsi, ad una pratica di meditazione focalizzata sulla consapevolezza di sé e del momento presente. Il focus è cioè sull’esperienza personale presente, osservata con curiosità, in modo aperto e non giudicante. Ciò al fine di migliorare la presenza mentale attiva e consapevole (spegnendo il nostro “pilota automatico” che attiviamo tutte le mattine con i nostri moderni ritmi frenetici ..), allenando l’attenzione anche a dettagli minori o ordinari, imparando ad accogliere pensieri ed emozioni senza che questi ci sopraffacciano.

Il cammino della mindfulness prevede il seguire specifiche tecniche di meditazione, con diversi step, derivanti da quelle impiegate nel buddismo.

 

MINDFULNESS E LEADERSHIP

Molteplici ormai sono gli studi ed i corsi che legano Mindfulness e Leadership, in primis come strategia di coping nella riduzione dello stress derivante dalle responsabilità direttive e decisionali.

Si tratta di un binomio interessante quanto inusuale, almeno fino a qualche anno fa, come recita anche l’interessante citazione a premessa, quando il mondo economico e la meditazione erano visti come mondi inesorabilmente contrapposti. Il leader è sempre stato visto come un comandante, un guerriero; molte aziende hanno installato una “war room” per i meeting più importanti..

Quale è allora il collante tra i due concetti, quello di guida (aziendale) e di meditazione?

Il fine della mindfulness è aumentare la consapevolezza e quindi il benessere dell’individuo; di rimbalzo, ciò aumenta la bontà e la positività del suo lavoro e delle sue relazioni. Ciò vale soprattutto per temi quali la gestione dell’ansia, del rinnovamento, del cambiamento, dell’autostima, della fiducia, dell’empatia, della pressione derivante dalla necessità di prendere decisioni rilevanti in modo tempestivo…. Temi che riguardano quotidianamente i manager, che talvolta rischiano di uscirne sopraffatti (bornout).

Quindi, TAKE A BREATH.

Ecco alcune testimonianze e/o commenti relativi a questa “nuova” connessione virtuosa:

  • Un mindful leader ha un più alto livello di autostima
  • Un mindful leader é più sereno nelle relazioni interpersonali
  • Un mindful leader ha una maggiore giustizia interpersonale e quindi riduce lo stress nel lavoro del suo team
  • La relazione tra mindful leader e collaboratori è di maggiore qualità e fiducia, portando quindi a migliori performance di entrambi
  • Un leader consapevole influenza anche l’etica nel business, verso gli altri e verso l’ambiente sociale
  • Un leader consapevole accoglie il cambiamento e se ne fa promotore con mente aperta e curiosa
  • Un mindful leader ponendosi in aperto dialogo con il sé, si apre maggiormente ed in modo più consapevole a ciò che lo circonda
  • Un leader consapevole si cura del come prende decisioni e dell’impatto più ampio che le stesse possono avere, cercando un vero profondo ampio significato in ciò che fa
  • Un leader mindful è capace di adattarsi ed è aperto al cambiamento; in situazione non definite ha la consapevolezza e forza mentale di valutare i possibili scenari senza farsi influenzare dall’ansia e dalle sensazioni del momento
  • Un leader mindful si focalizza sul presente, quindi non si fa trascinare dall’ansia del futuro, pur non perdendolo di vista
  • Un leader mindful ha l’equilibrio per aprirsi a nuove esperienze, a nuove modalità di lavoro, a sperimentazioni ed innovazioni, pronto ad uscire (e ad insegnare ad uscire) da abitudini storiche o stereotipi, senza subire pressione o ansia

Non è semplice, certo, essere dei leader, ricoprire ruoli di responsabilità.

Spesso si è travolti dalle decisioni, energia e tempo a disposizione vengono fagocitati da dettagli e problemi quotidiani, si è spesso concentrati sulle proprie prestazioni, sullo specchio che si legge negli occhi di collaboratori e proprietari, incombe l’ansia per le incertezze esogene, per le criticità da prevedere nel futuro. E se il leader non è sereno, equilibrato, consapevole, il suo atteggiamento si riflette sul proprio team: stress, confusione, toni ed approcci sbrigativi o bruschi contamineranno i propri collaboratori e, come un domino, prestazioni e risultati.

Per questo motivo, il leader è caricato anche della responsabilità di saper gestire con equilibrio le proprie emozioni e la propria interiorità.

 

SAPERSI FERMARE

Un lungimirante imprenditore lecchese, quando si sentiva sopraffatto dalla tempestosa routine quotidiana, amava ripetere: “Ho bisogno di salire in montagna, e guardare lontano dall’alto della vetta”. Erano gli anni Ottanta/Novanta, ma aveva già colto l’essenza del cambiamento di “mind”, il sapersi fermare quando serve, prendersi una pausa.

Per tornare a dirigere l’azienda con rinnovato benessere, rinnovato equilibrio interiore, maggiore lucidità e consapevolezza. Da riverberare sui propri collaboratori e sull’ambiente aziendale.

Fermarsi per portare l’attenzione a sé, al presente, senza continuare a rincorrere e rincorrere e rincorrere giornate indaffarate. Lasciare decantare lo stress in un tempo di pensieri che sembrano vuoti ma che invece alleggeriscono dalle emozioni. Forzarsi ad abbandonare la sfera del fare per dedicarsi alla sfera dell’essere.

Un esercizio non facile, poiché anche la meditazione, il confronto con i propri pensieri e con le proprie emozioni, spesso disordinati e sovrapposti, buttati uno sull’altro dal correre quotidiano, va allenato in una palestra per la mente, in cui la stessa impara ad essere più fresca, concentrata e nel pieno controllo di sé.

Un esercizio strutturato, da imparare con adeguate tecniche, quotidianamente.

Un investimento di tempo, in termini aziendalistici, per avere maggiore profitto.

“La nostra vita è ciò che i nostri pensieri ne fanno. —Marco Aurelio, Meditazioni”
“Our life is what our thoughts make it. —Marcus Aurelius, Meditations”
Ellen J. Langer, 
Mindfulness