PREMESSA

Il mondo Finance è sempre stato tra i primi settori a carpire ed implementare le potenzialità dell’innovazione tecnologica, e non a caso si parla di FINTECH (Financial Technology) per riferirsi all’automazione e digitalizzazione dei servizi finanziari, a partire da quelli più “spiccioli” offerti al grande pubblico dei consumatori dal settore bancario.

Di conseguenza, i manager con ruolo da CFO sono sempre stati tra i primi, negli anni, a sfruttare i benefici di tali tecnologie, come role model da implementare nella propria azienda, come esempi proattivi e virtuosi a cui tendere nel percorso di innovazione della propria funzione.

Oggi, in modo sempre più pressante, incisivo (e direi anche di tendenza), assistiamo all’incedere pervasivo e tonante dell’AI – Artificial Intelligence, che sta trasformando e trasformerà radicalmente in tempi stretti il ruolo del CFO.

Il presente articolo vuole proprio essere uno spunto per riflettere sul connubio tra AI e ruolo del CFO, nei termini seguenti:

  • l’AI faciliterà tale ruolo, offrendogli un maggior valor aggiunto in termini di contenuti, come un prezioso alleato?
  • Viceversa, invece, alla fine o durante il percorso, a poco a poco schiaccerà il ruolo riducendone utilità, visibilità e potere?

 

CONOSCERE L’A.I.

Chiariamoci innanzitutto le idee su cosa si intende per A.I – INTELLIGENZA ARTIFICIALE, anche nella declinazione di intelligenza artificiale GENERATIVA.

Possiamo definire l’AI come il processo attraverso cui le macchine e i sistemi informatici simulano i processi di intelligenza umana. Le applicazioni specifiche dell’IA includono sistemi come l’elaborazione del linguaggio naturale, il riconoscimento vocale e la visione artificiale.

L’intelligenza artificiale fornisce ad un robot dati di calcolo che gli permettono di compiere operazioni e “ragionamenti” complessi, fino a poco tempo fa caratteristiche esclusive del ragionamento umano, in poco tempo.

Sitografia: https://www.agendadigitale.eu/tag/intelligenza-artificiale/

L’Intelligenza Artificiale Generativa si riferisce a modelli di Intelligenza Artificiale che, addestrati su serie massicce di dati, sono in grado di produrre automaticamente contenuti sotto forma di testo, immagini, audio e video.

Sitografia: https://focus.namirial.it/intelligenza-artificiale-generativa/

Termini chiave nell’utilizzo dell’A.I. sono i concetti di machine learning, deep learning, analisi predittiva, language processing, chatbot…

 

CFO: VANTAGGI E INSIDIE NELL’UTILIZZO DELL’A.I.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale presenta innegabili vantaggi a livello aziendale:

  • Aumenta la velocità delle operazioni (ripetitive e non), attraverso l’automazione, portando efficienza ai processi
  • Incrementa l’accuratezza del dato riducendo il rischio di errori manuali
  • Incrementa la numerosità e (di caso in caso) la qualità dei dati e delle informazioni disponibili
  • Riduce le tempistiche di elaborazione dei dati
  • Riduce quindi il tempo dedicato dai team di lavoro a compiti ripetitivi, sostanzialmente operativi, liberandoli per attività a maggior valore aggiunto.

Per il CFO, la vera sfida è quella di farsi guida e leader lungimirante nel percorso di cavalcata dell’A.I., capendo innanzitutto che non si tratta esclusivamente dell’adozione/promozione di software innovativi (proliferano a questo riguardo le start-up che offrono servizi più o meno customizzati al riguardo, ma anche tutti i maggiori brand di ERP sono già pronti da tempo). Si tratta di più, di un cambiamento culturale ed organizzativo, in termini di revisione dei processi, di stampo epocale, soprattutto nelle nostre PMI.

I passaggi generazionali, sia a livello di proprietà che di collaboratori aziendali, introducendo giovani “nativi digitali”, sono e saranno indubbiamente un efficace supporto per traghettare le aziende in questo processo di cambiamento di cultura e di approccio.

I CFO (loro malgrado?) sembrano pronti, mentalmente e culturalmente, per abbracciare in toto il cambiamento. Un sondaggio SAP Concur CFO Insights, estremamente interessante, ha per esempio evidenziato che a livello internazionale quasi tutti i CFO intervistati sono preoccupati dall’A.I. quale minaccia per il loro ruolo, ma al contempo una nutrita maggioranza degli stessi non può che riconoscere che l’A.I. rappresenta un tool essenziale per il proprio lavoro, soprattutto laddove presenta capacità predittiva da elaborazioni massive, possibilità di presentare differenti scenari facilmente e tempestivamente modificabili, nell’ottica di prevenire e gestire l’”unexpected”, l’imprevisto, come questi recenti anni ci hanno purtroppo insegnato a fronteggiare e/o a subire.

Sitografia: https://www.concur.com/en-us/resource-center/reports/cfo-insights-report-new-role-managing-uncertainty

Grazie all’intelligenza artificiale è infatti realtà portare le macchine ad effettuare azioni e “ragionamenti” complessi, imparare dagli errori, rimodulare delle previsioni e delle elaborazioni, sfruttando molteplici e differenti forme di dati/informazioni di input. Un “machine learning” così flessibile e veloce da non avere confronti rispetto a quelli che sarebbero gli sforzi ed il tempo richiesto a dei collaboratori aziendali.

 

 

 

L’intelligenza Artificiale non è però solo vantaggi, ma anche rischi.

Rischi in termini di affidabilità: fondamentale è l’attività di investimento per l’impostazione e la certificazione dei flussi aziendali e non, di input, che verranno elaborati, così come già avviene per il controllo di gestione, ma in modo ancora più spinto e verificato, se possibile. Il CFO si mette nelle mani dei dati e delle informazioni che la A.I. fornisce e non può permettersi di procedere con analisi che si basino su premesse non validate o fuorvianti.

E ancora, implementare progetti di A.I. porta il CFO a dover affrontare la vischiosità al cambiamento, spesso derivante dalla paura del nuovo e della potenziale perdita di ruolo (o di lavoro) dei propri collaboratori. Non può quindi prescindere, nel refocus organizzativo, da proposte di formazione per il personale e da una aperta e schietta condivisione degli obiettivi con i propri collaborati. Perché, in effetti, la digitalizzazione spinta dalla A.I. potrebbe portare ad una ridondanza di risorse più operative, e quindi apre su questo tema anche una sfaccettatura etica e di responsabilità sociale.

Il rischio chiave, però, per il CFO, è di veder venir meno la propria visibilità in termini di detentore dei dati direzionali, sia consuntivi che predittivi, che con la digitalizzazione (dalla Business Intelligence all’Intelligenza Artificiale) diventano accessibili in modo diffuso e tempestivo. In sostanza, una caduta libera del proprio “potere” aziendale.

L’introduzione dell’A.I. è però un cammino inarrestabile e virtuoso, di cui il CFO deve farsi giocoforza promotore ed attore, perché non c’e’ altra strada per le imprese che vogliono crescere e restare competitive. Una sfida per il CFO, che sarà vincente laddove capirà che questa trasformazione è un percorso di cambiamento culturale anche per il suo ruolo, di cui ridisegnare i confini.

Facendosi agente del cambiamento e promotore del salto culturale ed organizzativo, infatti, il CFO dovrà saper far propri i plus dell’A.I. per assumere un ruolo ancora più strategico a fianco del CEO e/o dell’imprenditore, quale depositario di alta qualità dei dati e dei processi che sono alla base di decisioni che necessariamente devono essere sempre più tempestive, flessibili, misurabili e rimodulabili.